Il sindaco, il giudice e Internet

A Novara il giovane sindaco leghista attacca un giudice del locale Palazzo di Giustizia: in una mailing list di magistrati avrebbe espresso giudizi negativi su Berlusconi e Forza Italia. Al di là della polemica politica, si tratta del primo caso di questo genere che pone interrogativi sul rapporto tra Web e privacy.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-02-2002]

In questi giorni impazza la polemica tra i politici di governo e i magistrati: il governo di centrodestra accusa alcuni giudici, in particolare di Milano, di attuare una persecuzione politica nei confronti dei politici di centro-destra; i giudici, in una lettera aperta pubblicata a pagamento su tutti i giornali, rivendicano la propria buona fede e la propria autonomia.

Benzina sul fuoco della polemica viene versata in questi giorni a Novara, una tranquilla città del Nord.

I fatti: il sindaco di Novara Massimo Giordano, un giovane avvocato di fede leghista ed eletto dal centrodestra, scrive una lettera agli organi di stampa locali, accusando il giudice Roberto Aniello di non essere imparziale ed esprimendo il dubbio che un cittadino di tendenze politiche di centrodestra possa essere giudicato serenamente dal giudice in questione. I giornali danno grande risalto alla lettera e il giudice Aniello querela il sindaco a difesa della propria reputazione.

Perché il sindaco di Novara ha formulato questa grave accusa? Il magistrato Roberto Aniello avrebbe espresso giudizi assolutamente negativi su Berlusconi e sul partito di Forza Italia in relazione al rispetto delle leggi di questi soggetti, all'interno di una mailing list gestita dal sito dell'Associazione Magistrati.

Si tratta di una mailing list riservata ai giudici, a cui possono accedere solo i magistrati che si registrano per discutere i loro problemi. Il sindaco di Novara Giordano peraltro non ha chiarito come sia venuto in possesso del testo circolato nella mailing list.

AnnaMaria Di Oreste, presidente del Tribunale di Novara, ha risposto a Giordano: è vero che è opportuno che un giudice non faccia commenti politici in pubblico, anche se ovviamente ha diritto ad avere le proprie idee; la sede in cui ha espresso il proprio commento però è diventata pubblica solo perché il sindaco Giordano ne ha dato notizia con grande enfasi.

Ora, se il sindaco (o qualcun altro) avesse abusivamente intercettato le conversazioni della mailing list, avrebbe commesso un reato contro la segretezza della corrispondenza? Ci troviamo di fronte a degli hacker anti-giudici? Più realisticamente, può essere stata una persona che aveva accesso al Pc del magistrato, magari in ufficio? Oppure è una vendetta interna alla magistratura con fuga di notizie?

In ogni caso è la prima volta che un giudice e un sindaco si confronteranno nelle aule di un Tribunale per giudizi espressi in una mailing list.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pier Luigi Tolardo

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